L’intervento di avvio alla comunicazione WOCE™ deve essere quanto più precoce e intensivo (NRC 2002) al fine di:
- consentire una partecipazione più efficace alla vita di relazione;
- minimizzare le conseguenze comportamentali secondarie ad un‘inadeguata capacità di comunicazione;
- favorire lo sviluppo dell’apprendimento del linguaggio;
- sfruttare al massimo la “finestra temporale” più idonea per l’apprendimento del linguaggio;
- anticipare le difficoltà potenziali successive con l’acquisizione del linguaggio scritto.
(Isabelle Rapin, 1996)
Progetto di Intervento
Dopo la fase di valutazione si definiscono gli obiettivi del percorso riabilitativo ed educativo e la condivisione del piano di intervento con tutti i partner del contesto di vita della persona.
A tal fine è necessario:
- coinvolgere le persone di riferimento del contesto di vita;
- individuare gli obiettivi a partire da competenze osservabili e misurabili;
- individuare un punto di partenza e prefissare una serie di tappe sequenziali;
- predisporre un sistema per la raccolta dei dati in itinere;
- prevedere la valutazione dei risultati in tempi prefissati;
- verificare periodicamente l’efficacia del programma.
Programma di lavoro
Le modalità per costruire lo scambio comunicativo in chi ha disturbi marcati della comunicazione sono state descritte da M. Arbib (2005). L’obiettivo è quello di acquisire gradualmente abilità di letto-scrittura autonoma finalizzata alla comunicazione.
Gli interventi mirano a supportare le prassie e le comunicazioni della persona, tenendo conto dell’imitazione assistita: modello di intervento ben descritto da M.A. Arbib in “Action to language” (Cambridge University Press).
Esistono delle modalità che facilitano l’insorgenza di capacità di imitazione, relazione, crescita dell’attenzione, alternanza di turno a partire dall’azione:
- FARE INSIEME: La persona potrebbe non conoscere i gesti necessari per il compimento dell’azione, o conoscerli, ma dover imparare un nuovo modo di adattare i movimenti conosciuti.
- TI MOSTRO: il caregiver esegue l’azione (che ad esempio potrebbe implicare lo spostamento verso un oggetto) escludendo tutti gli altri stimoli presenti nell’ambiente e amplificando l’attenzione sui dettagli del target.
- MOSTRAMI: Il caregiver, mentre compie l’azione, invita l’assistito ad agire da solo (per imitazione del gesto).
- INDICA: il caregiver indica all’assistito la traiettoria del gesto verso l’obiettivo.
- GUARDA: l’attenzione è costantemente guidata verso l’obiettivo; il messaggio è solo verbale.
L’imitazione assistita è un percorso graduale che viene proposto dal caregiver alla persona con disturbo della comunicazione. Tale percorso prevede una valutazione e successive facilitazioni che supportano la costruzione di un contesto di azione, attenzione e comunicazione condivise.
Segue un percorso articolato in due fasi :
Fase 1
- Supporto nel processing degli input: mettere insieme suono e immagine
- Attenzione e Sistema attentivo Supervisore
- Memoria procedurale
- Alternanza del turno, interazione reciproca
- Imitazione,Gesto e Azione
- Costruzione di un patrimonio condiviso di significati visualizzati in immagini e parole associate
- Strutturazione del Pointing
- Arricchimento cognitivo
- Coinvolgimento di tutte le figure del contesto di vita attraverso riunioni di coordinamento
L’aiuto nel compiere l’azione, compiere una scelta, alternare il turno, mostrare, dimostrare, costruire il pointing, le facilitazioni verbali, sono la base per la costruzione del contesto.
Le successive fasi, a partire dalla condivisione dell’azione, portano la persona con disturbo della comunicazione a sviluppare una capacità comunicativa anche attraverso l’utilizzo di codici alternativi al linguaggio verbale.
Fase 2
Le persone con un importante disturbo della comunicazione come nell’ASD, nei disturbi con gravi difficoltà recettive e anche nella disprassia verbale beneficiano, come suggeriscono I. Rapin e la sua équipe, delle tavole di comunicazione, del linguaggio dei segni, dell’apprendimento del linguaggio usando il computer, della lettura e di altri strumenti comunicativi.
Tali supporti devono essere forniti precocemente al fine di:
- aumentare il livello dell’apprendimento del linguaggio;
- sfruttare al massimo il periodo utile per l’apprendimento del linguaggio del bambino.
- minimizzare le conseguenze comportamentali secondarie ad un’inadeguata capacità di comunicazione.
- anticipare le difficoltà potenziali successive con l’acquisizione del linguaggio scritto
( I. Rapin, M.Dunn,D.A.Allen Albert Einstein College of Medicine Bronx, NY, in Handbook of neuropsychology 2nd edition, volume 8, part II, chapter 22)
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