Le Emozioni: un Viaggio su Binari Nervosi che Conduce al Profondo

El sol pasó de ser un dios a ser un astro, la tormenta dejó de ser castigo para pasar a ser consecuencia inevitable del engranaje físico del mundo, destripamos el cuerpo humano y escrutamos cada átomo y rincón de la naturaleza. Olvidamos con demasiada frecuencia que el mito persiste y debe persistir; y que aprender a utilizar su forma y no su contenido es el único modo de permitir que su carácter profundo, universal y acrónico intente salvar del abismo del automatismo a una humanidad enferma de razones y huérfana de poesía.

Daniel Blasco

Dedicarmi alla possibilità di scrivere qualcosa che ci riguardasse  è sempre stato una mia grandiosa ambizione, soppratutto quando si tratta di emozioni.

Spesso ricevo domande che inevitabilmente rimandano alle emozioni. Richieste di aiuto che mi demandano alla decifrazione di rapporti pervasi da grovigli emozionali.

Tante volte mi perdo negli abissi di un mondo oscuro e lo specchio, il sentire, elaborando fantasie diventano il faro che guida la fatica del percorrerlo.

Ma cosa si attiva nel nostro organismo e cosa succede a livello più profondo?

Gli approcci e le teorie,  su tale tema, spesso tendono a scindere aspetti prettamente fisici dalla psicologia pura, il mio lavoro propone,  in qualche modo, di  fornire  una visione ampia dando un senso unitario a quel tutto che rappresenta l’emozione.

Proporre una definizione del concetto di emozione che sia esaustiva è cosa assai ardua, data l’universalità di questa parola che da sempre è stata utilizzata per spiegarci molteplici aspetti della persona. Essa può essere identificata con quello che comunemente viene definito “stato d’animo”,  e come tale,  pur se nella sua genericità, accompagna l’individuo dalla nascita alla morte, durante ogni momento della sua vita.

Un’emozione può  essere cosciente,  anzi soggettivamente per qualificarsi come tale deve essere riconosciuta  da colui che la prova. Spesso, la difficoltà nel riconoscere  le proprie emozioni genera stati di confusione che possono sconfinare nel disagio. Una persona incapace di provare e di trasmettere emozioni risulterebbe deprivata di una delle qualità tra le più importanti dell’essere umano. Saper decifrare e analizzare le proprie emozioni e viverle nei rapporti con gli altri equivale a sentire e a proporre autenticamente se stessi.

Le emozioni possono essere di varia natura, avere diverse intensità,  essere contrastanti tra loro, avere una “tonalità” e un “colorito” assai differenti. Ad esempio,  uno stesso individuo può,  a seconda del momento, piangere o ridere, annoiarsi o divertirsi, commuoversi o irritarsi, provare rabbia e tensione aggressiva oppure affetto e tenerezza. Possiamo a loro volta considerare queste manifestazioni come riflessi di stati emotivi più profondi carichi di  particolari affetti quali la tristezza e la allegria. Una dicotomia arcaica che nella storia dell’evoluzione umana, si è radicata dando origine alla molteplicità di emozioni che noi tutti conosciamo.

Le emozioni possono essere viste sia come risultato sia come risposta a determinate situazioni ambientali che ci circondano. Ad esempio, abbiamo vicino una persona per la quale  proviamo sentimenti d’amore e che da tempo attendevamo: possiamo ragionevolmente derivarne una sequenza di stati emotivi che variano dall’allegria, alla tenerezza, alla commozione. Queste rappresentano comuni e logiche sensazioni emotive che appartengono a un mondo convalidato socialmente cioè quello dello stare insieme e del farsi conoscere. Oppure, non amiamo più o ci appare antipatica e ostile la persona che ci sta vicino e allora possiamo provare emozioni di rabbia d’ira reagendo di conseguenza.

Comunque sia,  la fonte essenziale delle emozioni appartiene a una parte di noi stessi e si esprime per mezzo di fantasia, immagini, pensieri. Quasi sempre l’emozione è collegata a una particolare stato di tensione che noi avvertiamo a livello fisico. Sensazioni di vago e generico malessere, senso di nausea, vertigini, mal di testa, rigidità muscolare mal di pancia ecc.

E’ questo un modo assai usuale di esprimere i propri stati d animo, soprattutto quando una larga fetta della nostra vita psichica, data appunto dalle fantasie dai pensieri legati alle emozioni, viene come negata. La carica emotiva si può allora esprimere principalmente o solamente a livello di manifestazione somatica.

Abbiamo comunque delle alterazioni fisiologiche associate agli stati emotivi e che sono la risultante di messaggi attivati dal nostro sistema nervoso autonomo.

Attualmente conosciamo alcune delle basi funzionali neuroanatomiche e dei meccanismi  neurofisiologici che ci permettono di parlare di determinati stati personali come di emozioni.

Tali strutture anatomofunzionali sono fondamentalmente: la sostanza reticolare ascendente, l’ipotalamo,  il talamo e la corteccia cerebrale. Queste strutture fanno parte del sistema nervoso autonomo che genera implicazioni a livello fisico come parte delle risposte emotive.

Connesse al discorso sulle emozioni sono pure quelle strutture in cui si diffondono i circuiti che poi danno luogo ai processi di memorizzazione nonché a quei processi che promuovono i condizionamenti comportamentali.

L’emozione è sempre collegata affettivamente ai primi incomprensibili bisogni dell’uomo, come il mangiare e dormire compresa l’attività onirica.

Gli stati emotivi possono agire come pulsioni, nel senso più lato del termine, in genere acquisite, e come tali dar luogo a motivazioni, comportamenti indotti oppure rafforzare un determinato comportamento o costituire anche la meta e fine.

E il profondo cosa centra ?

Quando parliamo di psicologia del profondo facciamo riferimento a  tutta quella parte di mente, nascosta, fatta di vissuti radicati che spesso restano confinati nell’inconscio.

Le teorie psicoanalitiche, funzionano come filtri,  sono costruite su presupposti  scientifici che definiscono la prospettiva da cui osservare i fenomeni e il metodo da utilizzare per comprenderli.

Le diverse scuole psicodinamiche sono caratterizzate dall’interesse per temi specifici:

  • La soggettività: le vicende dei legami interpersonali, le relazioni fra coscienza e inconscio.
  • Il normale o non normale psichico
  • La vita affettiva e le emozioni
  • L’interpretazione dei fenomeni osservabili come indizi di un gioco di forze
  • Il ricercare la causa dei fenomeni nella storia della vita, nelle vicende del soggetto e nell’elaborazione inconscia di esse
  • L’attenzione alle intenzioni non palesi, ai legami affettivi, alla relazione tra il contesto e le interazioni interpersonali.

Se rileggiamo la prima parte di questo testo, mi riferisco alla descrizione neurofisiologica,  risulta abbastanza semplice  comprendere  che  ad una serie di attivazioni nervose forti ed improvvise, la nostra mente risponde con quelle che in psicologia si chiamano difese.

I meccanismi di difesa sono funzioni dell’Io che la psiche crea per  fronteggiare eccessi di scariche emozionali. Possono essere utili o eccessivamente restrittivi  a tal  punto da creare nella nostra vita quotidiana  disagi o disturbi con la comparsa di sintomi, più o meno gravi.

Quindi l’emozione compie il suo viaggio passando da una serie di effetti fisici, legati ad un trascorso storico segnato nell’inconscio, attraversando il circuito nervoso intervallato a tratti da difese,  per poi riaffiorare in un appagamento concreto e sensoriale.

Volendo provare a fare ordine e a dare senso non possiamo prescindere da alcune funzioni coscienti che vagliano la messa in circolo delle emozioni.

In effetti la continua ricerca di risposte che abbiano più o meno senso è da sempre la conquista primaria dell’ uomo, nonché produttrice inarrestabile di curiosità, un istinto che mescola bene “le quattro funzioni principali della coscienza” .

Nella differenzazione dei tipi psicologici, Carl Gustav Jung fondatore della psicologia analitica, assegna un ruolo fondamentale a tali funzioni:

Mentre una persona può privilegiare il pensiero come guida del conoscere, un’altra preferisce seguire il sentimento; e mentre uno tende a sperimentare il mondo e gli amici attraverso le impressioni comunicate direttamente dai sensi, un altro si affida piuttosto all’intuizione delle potenzialità, delle connessioni nascoste e delle possibili cause.

Sensazione e intuizione sono le due funzioni attraverso le quali vengono appresi i “fatti” mentre sentimento e pensiero sono le funzioni del giudizio e della valutazione.


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